giovedì 26 luglio 2012

La presenza dell’arte: Perugia

Le pratiche artistiche che si inscrivono nei contesti urbani, che riflettono sulla relazione tra l’opera d’arte e l’ambiente, possono dire qualcosa sul presente della città, del quale la presenza dell’arte rivela i punti di tensione. L’arte si colloca dentro la città come ipotesi progettuale. La sua interpretazione dello spazio produce uno scarto rispetto all’esistente urbanistico, e suggerisce modelli di trasformazione.
 

A Perugia il festival Comma ha collocato l’arte nelle pieghe della città. Ha ridisegnato il paesaggio urbano suggerendo la possibilità di nuovi punti di vista. Ha creato una mediazione per consentire al dialogo tra arte e cittadini di evolvere “dal borbottio di scalpore o fastidio fino a un suono intellegibile, coerente con la città e la sua storia, civile e proiettato alla costruzione piú che alla distruzione.” Comma ha inaugurato un progetto permanente, Cap2020, che si propone di “leggere, comprendere e ridefinire la città ridisegnandone i confini culturali e accompagnandone levoluzione e la crescita culturale e sociale”. Ipotizzare tracciati, quindi, secondo il titolo di un workshop che ha trasformato un gruppo di artisti negli architetti di una città sospesa, costruita attraverso l’elaborazione di strategie di intervento collettive, dinamiche, sempre provvisorie perché sempre disponibili alla correzione reciproca.

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