mercoledì 9 gennaio 2013

Il labirinto magico

“RFID” è la decima voce del Dizionario controfattuale dell’innovazione di Matteo Pelliti. Un glossario incongruo fatto di indagini storico-etimologiche che aprono varchi nella stolida compattezza delle parole d’ordine della modernità. Un antidoto ai tic gergali e alle coazioni al nuovo, da somministrare, parafrasando Montale, agli “innovatori che non si voltano”. Uno stupidario puntuale come il mercoledí, tutti i mercoledí, in collaborazione con Il Bureau.


RFID è un acronimo infido. Si capisce che a leggerlo occorra, anche in italiano, vocalizzare la “erre”, là dove l’inglese pronuncia “ar” tale consonante. La Sigla sta per Radio Frequency IDentification, vale A dire Identificazione a radio frequenza. C’è qualcosa che riconosce qualcos’altro, Tracciandolo, sia esso cosa, persona O animale, grazie a questo sistema di Riconoscimento, che può assumere diverse forme e funzioni. Ad esempio piccole etichette, dentro un abito, Racchiuse nella confezione di un disco, in un passaporto E in uno skipass, in una tessera Per parcheggiare nel centro storico di una città O nel biglietto di una mostra. In RFID sentiamo il fidarsi, come spesso nei giochi di parole intorno al feed, ai “feed”, sentiamo l’affidarsi a un Tornare indietro, chiediamo E cerchiamo “feedback” delle Nostre azioni. RFID È una tecnologia levigata, capace di portare reale innovazione negli usi, nei comportamenti, nelle abitudini d’identificazione e riconoscimento e in modo non invasivo (anche nel caso degli innesti sottocute per l’identificazione degli animali). È “moderna” perché Toglie Ogni Parvenza meccanica nelle procedure di riconoscimento, ingresso, validazione, archiviazione. Lo sfiorare, l’avvicinarsi a un “lettore” che legge E riconosce le diverse informazioni contenute nel tag. Ecco, tag e RFID vanno insieme, come Dedalo e il labirinto. Certe etichette somigliano, appunto, A piccoli labirinti: quadrati concentrici che custodiscono, argentei, vita morte e miracoli di un prodotto, destinazione, costo, peso, Residenza. Labirinti che tracciano noi stessi, O i nostri consumi, i nostri desideri. Altri piccoli labirinti, simili, si ritrovano nei Codici QR (che meriterebbero, o meriteranno, voce autonoma nel nostro Dizionario). La privacy non è minacciata dalla Tecnologia RFID, semplicemente per il fatto che la privacy, l’Anonimato, non esiste piú, è un concetto che Serve solo per discutere, in convegni e pubblicazioni, sui temi legati alla violazione della privacy stessa, feticcio fantasma, flatus vocis che origina pure un suo Garante istituzionale. La pervasiva e invisibile efficacia della tecnologia RFID ci protegge e ci semplifica la vita, come un messaggio cifrato che funzioni da nuovo “apritisesamo”. Il valore delle formule magiche di un tempo sta oggi racchiuso in questi dispositivi dal potere nascosto e abilitante, veri nuovi talismani digitali, sottilissimi quadrati magici da indossare. 

(Il testo contiene una formula magica: Sator Arepo Tenet Opera Rotas)

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